3830 recensioni a vostra disposizione!
   
 
 

LA CITTÀ DEGLI ANGELI
(CITY OF ANGELS)
Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 28 settembre 1998
 
di Brad Silberling, con Meg Ryan, Nicholas Cage (Stati Uniti, 1998)
 
È moscia, la vecchia abitudine dei "remake"; ribollite cinematografiche che nascondono a stento, con qualche doverosa ed inevitabile eccezione la semplice assenza di immaginazione. O, come qui, di materia grigia. IL CIELO SOPRA BERLINO, con qualche lungaggine intellettualistica che lo rendeva meno leggibile al grande pubblico del precedente PARIS, TEXAS era un capolavoro. Segnava, nella carriera di Wim Wenders, una svolta probabilmente determinante: poiché vi introduceva la dimensione spirituale e metafisica. Segnato dal tema dell'itinerario che ne traduceva la ricerca dell'identità, il cinema del regista tedesco si era infatti adeguato progressivamente, nel soggiorno americano, alla problematica ereditata dalla "road-movie": la migrazione come rifiuto dell'ideologia tradizionale, il viaggio come espressione dei valori legati al presente. Con IL CIELO SOPRA BERLINO, il ritorno in patria non fu soltanto materiale: con quella storia tutta costruita in verticale, cosi diversa dai tragitti orizzontali di quelle che la precedettero, Wenders si impregnava di una spiritualità inedita, adeguandosi ai fermenti, e pure alle contraddizioni di quella fine degli anni Ottanta. Sorvolando una Berlino ancora ferita dal Muro, due angeli vegliavano su una città dolente, sugli immigrati clandestini, le partorienti, i suicidari. Curavano lo spirito; prima di essere tentati dal piacere di una carezza, di un alito di vento. Che Wenders, lo sceneggiatore Peter Handke ed il direttore della fotografia Henri Alekan finivano per rendere palpabili: in una memorabile riflessione su quanto divideva l'Oriente dall'Occidente, lo spirito dalla materia, l'intimo dal politico e dal sociale.

Vent'anni dopo, un tale Brad Silberling impiega pochi fotogrammi a ridurre in polvere quegli angeli sublimi. Che si premura di far interpretare da un Nicholas Cage più ebetito che comprensivo, completamente fuori ruolo; affiancato dal solito attore di colore, destinato ad allargare la platea in nome del politically correct.

In un'atmosfera notoriamente realistica alla "Medici in prima linea" (ma pure privata di quel distacco ironico che ne fa una delle ragioni del successo televisivo) al nostro angiolotto non rimane altro che innamorarsi di una delle più improbabili dottoresse in circolazione, oltre che insopportabili fra le attrici USA: la Meg Ryan dal ricciolo in disordine, che le cade però sempre al punto giusto, tra il naso ed il sopraciglio destro, sia essa reduce da un estenuante massaggio cardiaco piuttosto che da una notte insonne.


   Il film in Internet (Google)

Per informazioni o commenti: info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch

 
 
Elenco in ordine


Ricerca






capolavoro


da vedere assolutamente


da vedere


da vedere eventualmente


da evitare

© Copyright Fabio Fumagalli 2024 
P NON DEFINITO  Modifica la scheda